Bullismo e Cyber-bullismo: Imbranet nella ragnatela
Il bullismo e cyber-bullismo sono un vero e proprio problema che affligge i nostri ragazzi e ragazze. I numeri e dati raccolti su questo fenomeno sono altissimi e vanno via via sempre aumentando con l’avvento dei social.
Sembrerebbe quindi essere finito il tempo da dedicare alle partite a pallone, a nascondino, il gioco della campana e via dicendo…
Internet può essere uno strumento molto utile e generoso se usato con criterio e parsimonia, altrimenti rischia di diventare una vera e propria trappola. Il compito degli adulti è quello di guidare i più piccini alla scoperta di questo immenso oceano di comunicazioni, un oceano che possiede numerosi benefici ma anche tante tantissime difficoltà. Bisogna sempre tenere alta l’attenzione perché può essere davvero semplice incappare in qualche squalo dispettoso. Tant’è che anche il nostro amico Imbranet, ormai super esperto del web e di tutti i suoi segreti, è caduto nel profondo degli abissi convinto di non risalire più in superficie.
La storia dell’alieno più veloce del web non è stata così semplice.
Imbranet, piccolo e simpatico web-nauto, ne ha fatta di strada per diventare un navigatore esperto. Il piccolo amico spaziale ha dovuto studiare molto all’Accademia degli Imbranauti e nel corso della sua vita ha fronteggiato diverse difficoltà. Gli insegnanti e la sua famiglia sono stati fonte di grande aiuto perché gli hanno permesso di riconoscere nell’immensità del web gli squali e i delfini.
Imbranet impara la differenza tra ragnetti buoni e cattivi sul web
Non tutto però è stato semplice, come si dice rose e fiori, e anche l’alieno più veloce del web ha avuto a che fare con ragnetti cattivi… Tanto tempo fa, il piccolo Imbranet girovagando su alcuni social si imbatté in una richiesta di amicizia.
“Chi sarà mai?” pensò il piccolo alieno.
Effettivamente era qualcuno che non conosceva, sembrava un ragazzino della sua età, c’erano foto e video, non sembrava un ragnetto cattivo come gli aveva insegnato il papà.
“Ma sì dai, accettiamolo. Cosa vuoi che succeda? È come me!” pensò tra sé e sé l’alieno.
A quei tempi, Imbranet era ancora inesperto e non sapeva distinguere bene un ragnetto buono da quello cattivo, figuriamoci i ragnetti cattivi che si travestivano da quelli buoni! In quel momento, il piccolo alieno pensò semplicemente di avere a che fare con un coetaneo, e chissà magari stringere amicizia avrebbe reso le sue giornate più divertenti e come si dice? Chi trova un amico trova un tesoro!
Così iniziarono a chiacchierare e il piccolo Imbranet notò di avere tante cose in comune con lui: musica, film, cartoni animati, avevano persino la stessa età. Il piccolo alieno era molto felice perché credeva di aver trovato finalmente un amico con il quale confidarsi, dal quale ricevere consigli e scambiare opinioni e pensieri.
Tutto andava per il meglio, Imbranet era felice perché aveva trovato finalmente un amico e pensava tra sé quanto fosse fortunato 😊 e che bella invenzione fossero i social, quando un giorno accadde qualcosa di molto triste ☹
L’alieno sperimenta il fenomeno del bullismo a scuola
In Accademia, Imbranet si sentì più osservato del solito. Non capiva perché, in genere aveva un buon rapporto con i compagni di classe ma anche con il resto della scuola.
“Imbranet, è vero che l’altra notte hai fatto pipì nel letto?” disse un suo compagno di classe ridendo.
In quel momento tutta la classe scoppiò in un enorme risata che solo l’insegnante riuscì a placare. Il piccolo alieno non capì proprio il senso di quella domanda ma si sentì molto in imbarazzo. A chi non è mai capitato di fare pipì a letto da piccoli?
Nonostante tutto, il piccolo e simpatico alieno non si lasciò travolgere da quella domanda e continuò la sua giornata in classe in serenità. Tuttavia, non sapeva che quell’episodio sarebbe stato l’inizio di uno spiacevole periodo a scuola.
Tornato a casa, Imbranet iniziò a chiacchierare con il suo ormai stretto amico di Facebook. Lo conosceva da poco ma sentiva di essere connesso con lui… E aveva anche un viso conosciuto. Dove lo aveva visto? A scuola? O forse al parco! Ma sì, sicuramente al parco.
“Sai, oggi a scuola mi hanno preso in giro” disse Imbranet al suo amico virtuale.
“Ah sì, perché?” ribatté l’amico.
“Perché mi è capitato qualche volta di fare pipì nel letto. Mi ha preso in giro tutta la classe, non so perché” spiegò Imbranet.
“Ahahahah vabbè dai lascia perdere, anche se effettivamente fa un po’ ridere. Tranquillo, a me puoi dire tutto, non ti prenderò in giro” rispose l’amico.
I giorni continuavano e il piccolo Imbranet ormai sembrava essere preso di mira da tutta l’Accademia. Non sapeva come, ma alcuni bulletti della scuola e della sua classe sapevano i suoi segreti. I giorni passavano e l’imbarazzo aumentava, quasi non voleva più andare a scuola.
… Arrivano mamma e papà!
La mamma e il papà del piccolo, e ora triste, alieno si accorsero del suo cambiamento e cercarono di capirne il motivo.
“Imbranet, tesoro, cosa succede? Sei diverso in questi giorni. Ti vediamo molto triste e non sei più contento di andare a scuola” disse dolcemente la mamma.
“No mamma è tutto ok, non ti preoccupare” rispose frettolosamente l’alieno.
“Tesoro sei nostro figlio, ti conosciamo molto bene. Qualcosa non va, sei diverso, sei sempre attaccato al computer, non esci più e non vuoi andare a scuola. A te è sempre piaciuto studiare all’Accademia degli Imbranauti” sottolineò il papà.
A quel punto il piccolo Imbranet scoppiò in un pianto disperato e raccontò tutto ai suoi genitori: le prese in giro, i suoi segreti più profondi e anche imbarazzanti oggetto di derisione per tutta la scuola. I genitori, sconvolti da questa situazione, decisero che era l’ora di indagare e capire cosa stesse accadendo.
“Tesoro hai parlato con qualcuno a scuola? Ti sei confidato con un compagno di classe?” chiese la mamma.
“No, mamma. I miei amici non farebbero mai queste cose e comunque non ho detto nulla” rispose il piccolo alieno.
“Amore di papà devi per forza aver detto qualcosa a qualcuno, altrimenti come potrebbe essere accaduto? Su fai uno sforzo e cerca di ricordare. Poi noi penseremo al resto…” aggiunse il papà.
“Ho parlato con un mio amico su Facebook… Ma non credo sia lui!” confessò Imbranet.
“Ecco perché ultimamente eri sempre al computer. Chi è questo bambino? Viene a scuola con te? Fammelo vedere” disse la mamma.
L’amara scoperta
A quel punto Imbranet fece controllare il profilo ai genitori e si accorsero che quel bambino non era uno studente dell’Accademia. Tuttavia, tramite la sezione “amici in comune” notarono che questo bambino era amico del gruppetto vivace della scuola.
“Imbranet tesoro ma non hai controllato gli amici in comune? Ti ha ingannato, ti sei confidato con lui ma sei stato ingenuo perché dovevi prima conoscerlo. Cosa ti abbiamo detto tante volte?” disse un po’ arrabbiata la mamma.
“Di non accettare richieste di amicizia da parte di sconosciuti” rispose sconsolato Imbranet.
“Esatto, anche se sono bambini! Non devi cadere nella trappola dei ragnetti cattivi. Tanti di loro si travestono da buoni solo per ottenere la tua fiducia. Devi sempre controllare con chi stai parlando e soprattutto, farti aiutare da noi e dall’insegnante” continuò il papà.
“Io e papà ti abbiamo lasciato spazio perché ci fidiamo di te, anche quando sbagli. Sei un piccolo alieno intelligente e siamo certi che questa situazione si risolverà per il meglio” disse la mamma.
Dopo aver confessato tutto ai genitori, Imbranet cancellò dalla sua lista di amici quel bambino e andarono tutti insieme a parlare con l’insegnante e la preside dell’Accademia. I vivaci compagni che lo avevano preso in giro si scusarono con lui e tutto tornò alla normalità.
Quell’episodio insegnò a Imbranet di andarci molto cauto con i social network, soprattutto se non si è esperti. Il piccolo alieno capì che alla sua età non poteva di certo fare tutto da solo, cosa c’è di meglio allora di farsi aiutare dalla famiglia e dagli insegnanti a scuola?
Internet può essere un grande oceano che ci connette anche con persone dall’altra parte del mondo, ma negli immensi abissi è facile trovare anche squali dispettosi. Il nostro compito è quello di evitarli e non cadere nelle loro trappole.
Bullismo e cyber-bullismo: facciamo chiarezza!
Il bullismo e cyber-bullismo oramai sono diventati una vera e propria piaga sociale, molto complessa da estirpare. Questo ha spinto il Ministero dell’Istruzione a dare una definizione al fenomeno per aiutare a comprenderne i meccanismi. Si legge sul sito:
“Il cyber-bullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo.”
Secondo i dati raccolti dal Ministero, dagli studi condotti dalla Sorveglianza HBSC Italia 2018 e l’indagine Istat del 2019 “Indagine conoscitiva su bullismo e cyber-bullismo”, gli atti di bullismo subìti a scuola decrescono con l’età.
Allora cosa spinge i nostri ragazzi e ragazze ad attuare questi comportamenti?
Potremmo stare qui a parlare ore e ore di quanto alcuni videogiochi siano dannosi per i nostri figli, oppure alcuni film e serie tv che tanto piacciono ultimamente. La verità, però, è che questi atti di bullismo ci sono sempre stati… Si sono solo aggiornati come se fossero una app per il telefono! Con l’avvento dei social e della Rete, questo fenomeno ha fatto crescere i numeri drasticamente perché di fatto è più semplice prendere di mira qualcuno su Internet stando comodamente a casa e non rischiare nemmeno di essere scoperti.
Il cyber-bullismo si tratta di un uso inappropriato della Rete, realizzato fuori dal controllo degli adulti. Nella maggior parte dei casi ci si scambia contenuti violenti, aggressivi, discriminatori contro altri compagni considerati “diversi” per svariati motivi: abbigliamento, orientamento sessuale, religione, etnia. Riporta il Ministero della Salute:
“Vi è un rischio maggiore per i più giovani rispetto agli adolescenti. Circa il 7% dei bambini tra 11 e 13 anni è risultato vittima di prepotenze tramite cellulare o Internet una o più volte al mese, mentre la quota scende al 5,2% tra i ragazzi da 14 a 17 anni. Inoltre, bullismo e cyber-bullismo tendono spesso a colpire gli stessi ragazzi: tra quanti hanno riportato di aver subìto ripetutamente azioni offensive attraverso i nuovi canali comunicativi una o più volte al mese, ben l’88% ha subìto altrettante vessazioni anche in altri contesti del vivere quotidiano.”
Da un punto di vista psicologico, il bullo presenta scarsa empatia, una distorta immagine di sé e nutre il desiderio di dominare. Le conseguenze di queste azioni possono portare la vittima ad abbandonare gli studi a causa dell’insorgenza di disturbi d’ansia; non solo, la vittima tende a chiudersi sempre più vivendo nella sofferenza. Anche il cyber-bullismo può provocare una fonte di sofferenza inimmaginabile nella vittima, la quale può manifestare cambi di umore repentini. Secondo paginemediche.it, il bullismo e cyber-bullismo sono due fenomeni connessi ed è fondamentale il ruolo della famiglia e della scuola.
Cosa spinge le persone a nascondersi dietro un profilo fake? Alcune considerazioni
Partiamo con un dato raccolto dalla dottoressa Lucia Montesi, psicologa e psicoterapeuta: si stima che circa 87 milioni di profili Facebook siano falsi. Perché?
Cosa spinge le persone a nascondersi dietro un profilo cosiddetto fake?
A intraprendere relazioni totalmente finte dietro uno schermo del computer?
Cosa spinge le persone a minacciare e offendere nascondendosi dietro falso nome?
Sono tutte domande lecite e per nulla scontate nel mondo di oggi dove Internet fa da padrone.
“Uno dei motivi più frequenti è poter esplorare ruoli e generi diversi dal proprio. In altri casi, si tratta di persone con gravi difficoltà di socializzazione, paura di non essere accettate, o con un disagio legato all’aspetto fisico. Altri motivi sconfinano nella criminalità: instaurare una relazione affettiva per ottenere vantaggi economici come regali o aiuti in denaro; estorcere denaro ricattando la vittima, minacciandola di divulgare materiale imbarazzante; vendette personali e professionali; truffe” spiega la dottoressa nel suo blog.
Come vedete, i motivi possono essere infiniti e tutti con un unico obiettivo: cadere nella trappola.
“Le relazioni online possono diventare facilmente e velocemente molto più intime e profonde di quelle reali. Da una parte ci si sente liberi di mostrarsi come si è, senza le consuete remore sociali e morali, a causa della disinibizione provocato dal web, potendo esprimere parti di sé che normalmente non emergono, o potendo sottolineare solo certi aspetti del carattere nascondendone altri. Dall’altra parte, si tende a mostrare il meglio di sé, ciò che si vorrebbe essere, o che si pensa si dovrebbe essere, dando un’immagine idealizzata di sé. Soprattutto per le persone insicure, il web stimola la tendenza a costruire e mostrare un falso sé, che può finire per prendere il sopravvento su quello reale” continua Montesi spiegando la facilità con cui si può cadere nella trappola del web.
Il Bullismo sessuale: un fenomeno in continua crescita
Un fenomeno di cui si parla molto poco è quello inerente al bullismo sessuale. È un comportamento prevaricante ed intimidatorio che ha a che fare con la sfera sessuale o con dinamiche di tipo sessuale. Come si legge sul blog Centro Leonardo – Psicologia, consiste in azioni ripetute, dannose e umilianti che colpiscono una persona (in genere di sesso femminile) vertendo sul suo aspetto o sulla sua attività sessuale. Tra i gesti più noti di questo bullismo possono esserci commenti volgari, contatti non voluti, avance sessuali e materiale pornografico. In casi estremi, il bullismo sessuale può aprire le porte a violenze sessuali.
Cosa fare? Consigli utili
Come spiega in un articolo Wired, anche nel caso del cyber-bullismo (ma vale per il bullismo in generale) è utile una campagna di sensibilizzazione. È necessario, quasi di vitale importanza, parlare del tema, farlo conoscere alla maggioranza della popolazione, grandi e piccini. Mantenere alta l’attenzione può davvero fare la differenza, soprattutto nell’ambiente scolastico. Non solo, devono essere coinvolti tutti, studenti ma anche e soprattutto coloro che sono sempre a contatto con ragazzi e ragazze come educatori, insegnanti, genitori.
La prevenzione secondaria è fatta di attenzione ai segnali, e qui giocano un ruolo importante famiglia e insegnanti. Per questo è necessario attivare sportelli di ascolto scolastici, servizi in chat o telefonici, così professionisti del settore potranno fornire il loro supporto e aiutare le vittime ad uscirne.
La bellezza del web risiede nel modo in cui noi lo utilizziamo
Inoltre, cosa può rendere più semplice la navigazione sul web? Come fare per creare una tua immagine online efficace?
Avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare le difficoltà del web, conoscerlo a fondo, non farsi inghiottire da questa enorme ragnatela.
Imbranet, ad esempio, ha avuto dalla sua parte famiglia e insegnanti che sin da subito hanno notato qualcosa di strano in lui. L’attenzione, pertanto, gioca un ruolo da protagonista nell’individuazione del problema.
Bisogna partire dalle basi, conoscere ogni angolo remoto della Rete, solo così sarà più semplice riconoscere “i ragnetti buoni”.
Internet può essere uno strumento davvero fondamentale nella tua vita, basta solo saperlo utilizzare bene.
Pensi sia arrivato il momento di essere social?
Benissimo! Aspetto una tua mail a info@imbranet.net, una tua chiamata o se preferisci riempi il form di contatto e insieme cercheremo la strada migliore per te e per far decollare la tua attività!
Il metodo consiste nel seguire passo passo gli step per arrivare a crearti una immagine online efficace e che ti dia mille opportunità di business, che ti consenta di superare i tuoi mille dubbi e le tue numerose perplessità che hai da autodidatta, che ti aiuti a crearti una reputazione on line per il tuo brand, una identità digitale da webnauto anziché da imbranato.
Il metodo ha l’obiettivo di SEMPLIFICARE, di coinvolgere e di assicurare la formazione con un sano e genuino divertimento.
Imbranet NON è una modalità difficile e inaccessibile che ti lascia dubbi e incertezze. Imbranet ti consentirà di navigare online e riconoscere “lo squalo” travestito da delfino.
In ogni caso sul sito c’è tutto e se hai bisogno di aiuto non esitare a scrivermi tramite la sezione contatti!
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